Viaggiare attraverso i social. Intervista alla travel blogger Sara Daniele

Coffee Break. Intervista a Sara Daniele

“Buon viaggio

Che sia un’andata o un ritorno

Che sia una vita o solo un giorno

Che sia per sempre o un secondo”

[ Buon Viaggio (Share the Love) – Cesare Cremonini]

[Casa, interno sera] Il mio zaino è ancora lì, aperto sul divano dello studio in attesa di essere riempito delle cose che mi serviranno domani, quando sarò nuovamente in viaggio per una nuova intervista del nostro blog. Sulla scrivania, sul mio macbook acceso c’è in evidenza ancora la check list di cose da portare.

E’ sempre dura lasciare qualcosa a casa. Pensi sempre che gli oggetti che tu decida di lasciare lì, ai loro posti, abbiano una loro anima e soffrano. 

Una volta che ti rendi conto che stai vaneggiando, controlli tutto.

Macchina fotografica  √ 

Moleskine con relativa penna √

Agenda √

Biglietti del treno già acquistati dall’app √

Alla fine questo è ciò che devo portarmi. Niente di che, vero? Resta comunque uno dei drammi esistenziali di un navigato globetrotter, cosa che non sono affatto io. Domani incontrerò per il blog della nostra agenzia Sara Daniele, di professione travel blogger nota sul web come Sara Emotionally e community manager di #viaggiatricidigitali. Che cos’è? Leggete il resto dell’intervista. 

[Saviano, Stazione Circumvesuviana]. Sembra quasi strano ma il treno questa mattina è arrivato davvero puntuale. Poco importa in questo momento, anche perché Sara è già qui con me. Entriamo e prendiamo posto iniziando così il nostro viaggio/intervista.

Allora Sara, partiamo da una domanda un po’ così, quasi banale ma che sta alla base fondamentalmente del nostro incontro e della tua professione. Cosa rappresenta per te il viaggio? 

Il viaggio per me è sempre stato una partenza alla scoperta di qualcosa di nuovo: paesaggi mai visti prima, culture diverse dalla mia e colori, suoni e sapori da scoprire.In ogni luogo che ho visitato ho raccolto esperienze per imparare a vivere sempre con occhi nuovi, per aprire la mente e per essere cittadina del mondo.

Ogni viaggio mi ha insegnato a superare paure e limiti, acquisendo sempre più consapevolezza di me stessa.

Viaggiare davvero, significa partire con un biglietto e una valigia e tornare arricchito interiormente.

[Il nostro viaggio prosegue, tra incontri strani e i rumori del treno della circumvesuviana. E’ inutile negarlo, viaggiare ti offre sempre la possibilità di incontrare delle persone e le loro storie. E se si apre bene la mente, si riesce anche a viverle. Come fossero tue. Non c’è tanta gente stamane, forse anche perché abbiamo scelto una domenica, un giorno tranquillo per l’azienda di trasporti napoletana e per i suoi viaggiatori]

La tua professione è quella di travel blogger. Anche se ormai è una figura abbastanza nota, c’è ancora qualcuno che pensa che siete persone che c’hanno i soldi e viaggiano in continuazione. Come nasce il tuo lavoro e come hai deciso di intraprenderlo? 

Ci sarebbe bisogno di fare chiarezza nel campo del travel blogging, così come in tutti gli altri lavori digital.Esistono travel blogger per passione e travel blogger per professione, questa è una distinzione essenziale da fare.I primi viaggiano per il puro piacere di farlo e di raccontarlo, spesso non hanno delle nozioni di conoscenza della scrittura online, ma semplicemente amano viaggiare e scrivere.

Il travel blogger per professione lo fa senza dubbio per passione, ma anche per guadagnarsi da vivere con questo lavoro. La differenza più grande è che il travel blogger per professione studia la SEO, i social media e il digital marketing. Non finisce mai di studiare e si deve aggiornare costantemente, facendo i conti con i continui cambiamenti del web e del mondo dei social network.

Pensa che una strategia messa in pratica qualche mese prima, potrebbe non risultare efficace qualche mese dopo.Di solito è un lavoro da freelance, quindi non esistono ferie, malattie e orari fissi.

Quindi, puoi viaggiare quando vuoi, ma devi anche fatturare tantissimo per renderlo un lavoro che ti dia da vivere.Io ho iniziato come travel blogger per passione, ormai quasi 9 anni fa, quando ancora non si pensava potesse diventare un lavoro.

Col tempo e lo studio, sono iniziati i primi contatti con le aziende, gli enti del turismo e alcuni hotel.

Ho capito che potevo trasformare la mia passione in un lavoro, quindi ho fatto un salto nel vuoto aprendo partita iva e ho iniziato a lavorare come travel blogger professionista. 

Oggi, scrivo anche come SEO Copywriter per altri blog di viaggio oltre che per il mio.

A chi mi domanda ragione dei miei viaggi, solitamente rispondo che so bene quel che fuggo, ma non quello che cerco.

(Michel de Montaigne)

Anche se ci viene in mente il grande Massimo Troisi, penso a questa frase e mi vien da chiederti se ti è mai capitato di fuggire da un luogo senza sapere in realtà cosa si cerca. 
Io non sono un viaggiatore esperto, mai stato all’estero e non me ne vergogno ma mi è capitato di visitare molti luoghi sia per motivi lavorativi che per svago. E solo negli ultimi tempi ho trovato bello e interessante raccontare quel che ho visto o almeno raccontarlo sotto forma di esperienza personale, come se il luogo fosse in realtà la cornice della mia anima e dei miei sentimenti. Penso alla necessità e quasi all’obbligo di pubblicare sui social tutto ciò che vediamo ma pochi sono quelli che raccontano quel che sentono dentro.  Quanto è sottile il confine tra il raccontare un viaggio e pubblicare solo foto?

Il confine è molto sottile, perché in realtà il racconto di un viaggio può avvenire in molti modi: scrittura attraverso lo storytelling, quindi come dicevi tu dando più importanza alle emozioni, oppure scrittura come informazione, scrivendo articoli che diano informazioni utili al viaggiatore, o ancora attraverso solo l’utilizzo di foto e video, perché le immagini, a volte, sanno raccontare bene tanto quanto le parole.

Poi, capita anche che ognuna di queste tipologie di racconto abbracci l’altra e sconfini in articoli di rara bellezza.

[ Neanche a rendercene conto e siamo arrivati a Napoli. Decidiamo di prendere la metro e raggiungere Via Toledo. La nostra chiacchierata continuerà per la via dello shopping partenopea per arrivare poi giù sul lungomare per terminare l’intervista davanti al gigante buono, il Vesuvio. ]

Sara Daniele

Ritorniamo ai social. Hai fondato e gestisci una community su Instagram di #viaggiatricidigitali. Una community composta da donne che come te amano il viaggio e amano raccontarlo attraverso i social. La cosa interessante è che il gruppo è vario, composto sia da professioniste digitali come te, sia da semplici viaggiatrici che però hanno capito il vero senso della condivisione della propria esperienza. Come nasce questa community?

Ho deciso di dare vita al gruppo Viaggiatrici Digitali perché spesso il mondo del blogging e dei social media si basa su una concorrenza assurda e spietata, fatta di trucchetti per primeggiare e sgambetti tra colleghe.

Io ho sempre creduto che la forza più grande di una professionista sia la condivisione e la collaborazione con le altre, così è nata questa community che riunisce donne con il mio stesso punto di vista: il sano networking può essere una delle chiavi più importanti per abbattere e affrontare tutte le brutture del mondo digital.

Alcune delle Viaggiatrici Digitali hanno anche collaborato attivamente al mio blog, come Ylenia Pravisani di Viaggia con Yle ( http://www.viaggiaconyle.it/) , sia con la scrittura di guest post che come inviata di viaggio.

Pensa, lei è friulana e io campana, grazie al nostro lavoro abbiamo unito nord e sud in un abbraccio fatto di sorrisi e chiacchiere a distanza e viaggi.
Sfogliando la gallery dei post della community su ig mi ha colpito un post in particolare e cito testualmente le ultime parole di questa viaggiatrice:

“….Anzi, ho intenzione di stimolare maggiormente la circolazione sanguigna, rinunciando piuttosto a un po’ di gratificazione digital. Detto ciò, continuerò ad aggiornarmi, senza perdere il contatto con la realtà”. 

Trovo questa frase molto importante, soprattutto oggi che siamo davvero “distratti” dalle gratificazioni social, che siano like o commenti, ormai divenuti come l’oro nel klondike di Paperon De Paperoni.

A tal punto ti faccio questa domanda alla professionista. E’ davvero talmente importante e realmente necessario, pubblicare una foto di un luogo, raccontare un luogo, solo ed esclusivamente per ottenere le già citate gratificazioni?  Come vivi questo processo da punto di vista professionale? E dal punto di vista personale? 

Ormai viviamo in un mondo dove i numeri contano più delle relazioni umane, è brutto dirlo, ma è così.

Possiamo però vedere che gli stessi social network stanno iniziando a correggere il tiro, iniziando con IG che sta testando la possibilità di visualizzare i like alle foto, proprio per stimolare i commenti e il confronto piuttosto che i numeri.

Professionalmente non ho mai dato molto peso alle gratificazioni numeriche, nel senso che ho lavorato e lavoro ancora spesso dietro le quinte. Preferisco che mi si contatti per ciò che dimostro di saper fare con il blog e i social network, invece che fare un personal branding basato sulla fuffa (come si suol dire).

Forse questo mio modo di fare, deriva dal mio carattere, perché ho sempre preferito i fatti alle parole al vento.

[ In metro c’erano tantissimi turisti, con le loro valigie, i loro zaini. Tutti con le mappe cartacee della città per definire la loro meta e il loro percorso di visite. In silenzio oppure ridendo e scherzando su ciò che vedranno o magari su ciò che gli è capitato finora. Napoli è una città meravigliosa ed è una di quelle città da “respirare” e vivere insieme alle persone del luogo. ]

Siamo a Napoli ora e mi piacerebbe chiederti quante sono le viaggiatrici di altre città che arrivano qui e la raccontano, a loro modo. Qual è la città più visitata e raccontata sulla tua community? E quale post secondo te la racconta meglio? 

Questa è una domanda difficilissima perché Napoli è una città molto raccontata online, nel bene e nel male. Nella mia community si raccontano vari viaggi, quindi non c’è una destinazione che primeggia sulle altre. Posso però dirti che l’America è una delle mete più ambite. Molte desiderano visitarla e raccontarla.

Per quanto riguarda un post è ancora più difficile, secondo me molti travel blog meritano di essere letti, per poi scegliere quello che più rispecchia il nostro modo di viaggiare.

Mentre le pongo questa domanda, siamo al bancone del bar a gustarci una sfogliatella e un caffè. Dovrei stare a dieta, ma venire in questa città e non approfittarne una tantum è un qualcosa che può costarci quasi la pena capitale. 

Usciamo dal bar e continuiamo a camminare. Lo facciamo in silenzio e ridendo sulle cose che guardiamo lungo la strada, attraversando Piazza del Plebiscito e arrivare giù al lungomare. Il Vesuvio è lì. La giornata è fantastica e il panorama è di una poesia immensa. Penso alla città, piena di regole e di innumerevoli modi per infrangerle in modo pittoresco. Al che penso a queste regole sulle community e sul web. Quali sono le regole da seguire per essere un’ottima e perfetta travel blogger e una viaggiatrice digitale? 

A parer mio non esistono regole fisse, bisogna avere una reale passione per i viaggi, sapersi stupire di fronte alla bellezza e alla diversità delle culture lontane dalla nostra, ma anche amare i luoghi più vicini a noi.

In più, se si vuole che diventi un lavoro, bisogna studiare, aggiornarsi, saper utilizzare i mezzi a nostra disposizione per raccontare al meglio il luogo.

Lavorare come travel blogger non significa farsi pagare per viaggiare a scrocco, ma essere pagata per aver svolto un lavoro professionale ispirando a visitare la destinazione da promuovere.

Mentre torniamo alle nostre vite, mi metto a riflettere sulla chiacchierata di oggi e come la rete possa e debba essere un luogo, una meta, dove creare condivisione di saperi, di conoscenze per essere sicuramente più attenti e informati su ciò che vediamo in giro, su cosa vedere e cosa magari evitare, oggettivamente parlando. Il tutto facendolo con onestà intellettuale, anche se i post sui social che leggiamo siano frutto di accordi commerciali con strutture ricettive o altre attività commerciali. 

E ne approfitto quindi per chiedere questa cosa, che poi è un’estensione della domanda precedente. 

[Siamo arrivati a Saviano. Scendiamo dalla stazione e ci salutiamo promettendoci di incontrarci in rete per un nuovo appuntamento e un nuovo contenuto delle viaggiatrici digitali. ]

Al prossimo viaggio. 








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