Prima di partire per un lungo viaggio. Intervista alla travel blogger Anna Pernice

Anna Pernice

“In viaggio la cosa migliore è perdersi. Quando ci si smarrisce, i progetti lasciano il posto alle sorprese, ed è allora, ma solamente allora, che il viaggio comincia” Nicolas Bouvier

Qualche tempo fa ero in ufficio ad organizzare un po’ le idee e i progetti da realizzare per il blog dell’agenzia. Dovevo riprendere assolutamente con la rubrica #coffeebreak con interviste e storie da raccontare ed ho pensato bene di contattare Anna per farci una chiacchierata sul suo lavoro, sull’importanza dello storytelling e sul suo essere una delle travel blogger più influenti e interessanti italiane. 

Ciao Anna, innanzitutto grazie per la tua disponibilità e il tuo tempo. Nell’incipit ho indicato un’aforisma che penso sia proprio adatto al tuo modo di essere. Quando inizia per te un viaggio? 

Ciao Giacomo, grazie per l’invito e l’intervista. Si, hai ragione, in questo aforisma mi rispecchio pienamente. In viaggio mi piace perdermi, per poi ritrovarmi. Anche se per me un viaggio inizia già nel momento in cui inizio a pensarlo e pianificarlo. La scelta della location, degli hotel e dell’itinerario da fare sono già parte del viaggio. 

Nel 2013 nasce Travel Fashion Tips, un blog nato inizialmente per raccontare le tue passioni per la moda e per i viaggi. Quale è stata la molla che ti ha spinto a creare questo progetto e quando hai capito che sarebbe diventato il tuo lavoro?

Diciamo che il mio blog è nato quasi per gioco, in tempi non sospetti per il mondo del blogging. All’epoca lavoravo in un’azienda di moda e gestivo il blog aziendale, iniziavano a nascere i primi blog personali e, poiché ho sempre avuto la passione sia per la scrittura che per la fotografia, ho deciso di creare qualcosa di mio nel quale raccontare le mie passioni: i viaggi e la moda.

Inizialmente solo per hobby nel week end e la sera al ritorno dal lavoro, poi un po’ alla volta è cresciuto fino a quando necessitava talmente tanto tempo da decidere di mollare tutto e fare la blogger a tempo pieno.

Roman Payne diceva che “Le città sono sempre state come le persone, esse mostrano le loro diverse personalità al viaggiatore. A seconda della città o del viaggiatore, può scoccare un amore reciproco, o un’antipatia, un’amicizia o inimicizia. Solo attraverso i viaggi possiamo sapere dove c’è qualcosa che ci appartiene oppure no, dove siamo amati e dove siamo rifiutati” 

Il tuo lavoro ti porta a viaggiare tantissimo e a scoprire luoghi, culture, persone. Qual è stato, tra i viaggi vissuti, il tuo primo amore? 

Il mio primo amore è stato indubbiamente Istanbul, e sarà proprio da questa città che partirà il racconto del mio prossimo libro in uscita a metà giugno, un diario di viaggio autobiografico ambientato in Medio Oriente.

Mentre parliamo sei già da qualche mese impegnata con un viaggio alla scoperta delle Isole Canarie. Un viaggio che, leggendo i tuoi post su Instagram, ti sta cambiando molto e ti sta regalando pace, quiete, consapevolezza, in concomitanza anche con un traguardo importante quale quello dei 40 anni.  Volendo riassumere in 5 parole i tuoi primi 40 anni come travel blogger come ti definiresti?

Il viaggio alle Canarie è stato un viaggio prenotato in modo impulsivo nel mese di gennaio, un biglietto di sola andata, che si è rivelata essere la scelta migliore che potessi fare. Un viaggio che, come hai letto sul mio profilo instagram, ha rappresentato per me rinascita e consapevolezza e che ho voluto regalarmi per festeggiare in grande i miei 40 anni.

Questi miei primi 40 anni sono stati incredibili e pazzeschi…ho vissuto esperienze incredibili e girato mezzo mondo…mi ritengo piuttosto soddisfatta di tutto ciò che ho fatto fino ad ora.

Uno degli aspetti fondamentali per chi si occupa di blogging è senza ombra di dubbio lo storytelling che consiste nel creare principalmente una storia emozionale attraverso uso di parole o foto o video, o insieme, per raccontare le sensazioni vissute, i luoghi visti. Stessa cosa vale ovviamente anche per parlare di un prodotto o di un brand o di altro. Rendere la propria esperienza emozionante e interessante per chi legge o guarda i nostri contenuti. Quanto è importante per te lo storytelling? 

Lo storytelling è importantissimo. I lettori si emozionano davanti alle foto ed ai racconti personali di altri viaggiatori, ed attraverso foto e racconti “belli” si innesca il meccanismo di emulazione che porta a desiderare di rivivere quella stessa esperienza in quel determinato luogo.

Qualche anno fa hai deciso di scrivere un libro destinato a tutte le persone desiderose di intraprendere il viaggio per diventare blogger professionisti. Il libro, intitolato “Manuale per aspiranti blogger. Crea emozioni con lo storytelling”, edito da Dario Flaccovio Editore e giunto ormai alla seconda edizione, è un manuale ricco di consigli, interventi di altri professionisti, tips e strumenti. Come è nata la collaborazione con Flaccovio Editore e cosa ti ha spinto a scrivere un vero e proprio manuale?

Avevo iniziato ad insegnare il mio lavoro in un corso di alta formazione all’Università Suor Orsola Benincasa e da lì è nata l’idea di racchiudere le mie competenze in un libro che potesse essere utile non solo ai miei studenti. Ho presentato il progetto alla Dario Flaccovio Editore e si sono mostrati subito entusiasti. Da lì è nato “Manuale per aspiranti blogger”

Blogger, scrittrice, influencer, digital pr. Parole che fino a qualche anno fa erano totalmente sconosciute, soprattutto se si associavano a figure professionali e per di più riferite alle donne. Come citi anche nel tuo libro, grazie anche a persone come Chiara Ferragni, si è aperto un vasto mondo di possibilità e un vasto numero di professioniste. Quanto è stato difficile per te arrivare a questi traguardi?  Ma soprattutto, se volessi consigliare ad una giovane blogger, quali consigli avresti per lei?

All’inizio è stato molto difficile, soprattutto far capire in cosa consistesse il mio lavoro. Purtroppo ancora oggi molti tendono a fare confusione tra le nuove professioni del digitale e tanti pensano ancora che fare il o la blogger voglia dire semplicemente scattarsi una foto e postarla su instagram, confondendo il blogger con l’instagrammer ed ignorando tutto il lavoro che c0’è dietro ad ogni singolo scatto, caption o reportage di viaggio sul blog.

Il consiglio che mi sento di dare a chi si approccia a questo lavoro è: qualità, costanza, determinazione e passione.

Il Covid ha messo in ginocchio l’intero sistema turistico, soprattutto italiano, dovuto principalmente a scelte di restrizioni fatte dalle nostre istituzioni. Scelte che hanno finora creato molta confusione, sulle cose da fare e non fare. Scelte che consentono, paradossalmente, di partire per l’estero e non riuscire a partire nel nostro paese, neanche per una gita fuori porta. Quel che ti chiedo è di offrire magari ai nostri lettori delle piccole indicazioni su come poter viaggiare all’estero ora e quali sono i vademecum. 

Hai ragione, ed è il motivo per cui sono partita per le Canarie. Non poter viaggiare, non avere contenuti nuovi da condividere è stato frustrante.

Ad oggi, è consentito andare all’estero nei paesi dell’are Schengel. Per partire, è necessario effettuare un tampone molecolare nelle 48 ore antecedenti il volo e compilare il modulo di auto certificazione. Per rientrare, è necessario poi sottoporsi di nuovo a tampone, questa volta antigenico. E’ consigliabile però consultare sempre il sito della Farnesina per verificare le normative richieste da ogni stato, perché alcuni stati richiedono la quarantena a chi viaggia dall’Italia, altri, come la Spagna, no.

Nel concludere volevo ringraziarti nuovamente per la tua gentilezza e disponibilità e approfitto per augurarti innumerevoli viaggi e storie da raccontare e tantissime soddisfazioni personali e lavorative. 

Domanda di rito. Come si vede Anna Pernice tra un anno? 

Sinceramente? Non lo so. La pandemia ha cancellato tutti i miei progetti e da allora ho iniziato a vivere alla giornata, senza pianificare più nulla.

Preferisco cogliere le occasioni al volo e pianificare settimana per settimana.

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