Inizia la carriera da truccatore per caso, diventa in pochi anni influente sia nel settore moda che in quello wedding, molto attivo sui social e, soprattutto, incline a porre la tecnica al primo posto. Stiamo parlando di Michele Spezzacatena che ci informa, tra le altre cose, di quanto sia importante la conoscenza dei prodotti e delle tecniche da adottare per ogni make up artist degno di questo nome.
Dalle sue parole trapela fortemente lo studio che si cela dietro le sue creazioni e la passione con cui svolge questo lavoro. Da non perdere la sua esperta visione sulle tendenze del momento come il cosmeceutico, le sopracciglia, il trucco maschile, l’effetto glow e tanto altro ancora!
Quando e come è iniziata la tua carriera da make up artist?
Ho iniziato quando avevo 17 anni. Sono stato molto fortunato, perché mentre ero presente a una sfilata come spettatore, dopo dieci minuti mi ci sono ritrovato come truccatore per sostituire il truccatore che non si era presentato. Mi sono ritrovato catapultato in una situazione nuova. All’epoca studiavo giurisprudenza. All’inizio è stato difficile conciliare tutto. Lavoravo tra Milano e Roma. Sono 13 anni, ormai, che faccio questo lavoro. È la mia passione.
Di quali settori ti occupi?
Ho iniziato, al contrario della maggior parte dei miei colleghi, nel settore moda, con sfilate e servizi fotografici. Non avevo clientela privata, lavoravo solo per aziende e agenzie. Dopo un po’ mi sono specializzato nel settore wedding e nell’insegnamento; tengo, infatti, anche dei corsi in varie accademie. Il motivo di questa scelta è dettato dal fatto che le tendenze sono cambiate e non si sposano con il mio modo di concepire il make up perché tendono all’esagerazione.
Io vedo il truccatore come un perfezionatore di un’immagine che già c’è. Attualmente, invece, nella moda il truccatore deve stravolgere la persona che si trova di fronte e credono che sia un pittore, cosa che non è assolutamente vera. Quando trucco una donna devo trovare i suoi punti di forza e valorizzarli.
Il settore wedding è lontano da una concezione artistica del make up?
È lontano dalla concezione artistica perché non puoi cambiare i connotati di una persona per il giorno del suo matrimonio. Non puoi rischiare che si guardi allo specchio e ti dica “Sto benissimo ma non sembro io”.
Perché non ti piace il trucco che stravolge?
Proprio perché ogni persona ha qualche punto di forza, qualche particolarità che la rende differente rispetto a un’altra persona ed è quella che deve essere valorizzata. Il trucco da quattro/cinque anni non è più questo, almeno nelle grandi situazioni di moda. Ho lavorato per aziende molto molto grandi, internazionali, sia a Parigi sia a Barcellona, dove ho trascorso otto mesi.
Cambia il modo di concepire il make up a seconda del Paese?
Assolutamente sì, cambia moltissimo in base alla cultura e alla moda, dalla cliente privata, al servizio fotografico di moda, al videoclip musicale. La moda che c’è nel sud Italia, ad esempio, non è la stessa che troveresti a Barcellona, ma è completamente differente. In Italia prevale un trucco molto molto elaborato. ABarcellona tutto quello che noi facciamo in Italia, dalla semplici sfumature, ad esempio, non lo applicano. Loro applicano un solo colore sulla palpebra e basta.
Sei per il less is more più che per un make up che fa miracoli quindi…
Less is more, anche perché non puoi altrimenti agevolare il lavoro di chi viene dopo di te, come il fotografo, il videomaker; oppure, se sei in televisione e vogliono creare delle ombre particolari, non naturali, non riescono perché è già stata evidentemente creata qualche ombra con il make up che non dovrebbe esserci.
Il fotografo deve essere giustamente libero di creare luci e ombre a suo piacimento, non devo creargliele io. Ovvio che un poco di correzione la faccio in base alla richiesta perché la cliente che si vede, per esempio, il naso grande ci sarà sempre e, se collaboro con fotografi, mi regolo in base a ciò che dobbiamo fare.
Se bisogna fare delle fotografie con una parabola il trucco sarà differente rispetto al caso in cui ci sia una luce più diffusa, più morbida. Tendo magari a calcare di più la mano se c’è una luce artificiale piuttosto che se c’è una luce naturale.
A cosa ti ispiri quando realizzi un trucco?
La realizzazione di un trucco è sempre legata al contesto; di solito, nel settore moda, c’è una persona che ti da un mood di ispirazione e io creo in base a quel mood. Quando, invece, collaboro con un privato devo iniziare un lavoro di psicologia per capire cosa vuole e cosa non vuole la cliente, anche perché lei non è costretta giustamente ad essere tecnicamente preparata, quindi non riesce a spiegare cosa vuole esattamente.
C’è molto studio dietro quello che realizzi, noto…
Per come vedo io il trucco sì, ma ciò non corrisponde a quello che sta succedendo in generale da qualche anno. La gente impara dai tutorial, li vede, sa che deve essere messo quel prodotto, ma non sa il perché. Diventa un lavoro replicabile da tutti, ma se non si possiede una minima cultura tecnica di quello che si sta facendo, una minima cultura in fatto di luci e colori, non si riesce a farlo bene.
Possiamo riportare l’esempio della copertura di una semplice occhiaia, o di un tatuaggio, o di un angioma o di qualsiasi altra imperfezione. In questi casi non è la quantità di prodotto che riesce a coprire, ma la giusta tonalità del prodotto. Esiste tutta una serie di studi sull’armocromia. Ripassando il prodotto più volte non si ottiene l’effetto desiderato: se non si copre l’imperfezione si sta sbagliando qualcosa, magari la tonalità del prodotto. Sono molto tecnico; credo si debba sapere quello che si va fare, invece, oggi, anche nelle accademie tutta questa parte tecnica non la insegnano. Quello che sta bene a una persona non sta bene a un’altra. Il trucco deve essere personalizzato, in base a studi ben precisi.
Qual è la l’aspetto più gratificante di quello che fai?
Una grande gratificazione l’ho ottenuta collaborando con un reparto di oncologia femminile di un ospedale italiano che aveva avviato un progetto particolare. Un’azienda faceva arrivare gratuitamente dei contenitori con del trucco per le pazienti e si tenevano corsi di gruppo in ospedale in cui insegnavo. Veniva spiegato che ci sono rimedi per gli effetti apportati da determinate malattie e dalle relative terapie. Se a causa di una chemio terapia cadono anche le ciglia, per esempio, il problema si può risolvere applicando ciglia finte. In quel reparto vedi persone che affrontano un percorso particolare, che non si riconoscono più allo specchio. Il nostro compito era insegnare a queste pazienti a truccarsi, a valorizzarsi, a applicare ciglia finte o a usare le parrucche. Era bello vedere una luce negli occhi di queste persone che non vedi magari negli occhi di una modella che fa questo tutti i giorni. Ti rendi conto di essere stato effettivamente utile a quella persona, in un periodo particolare della sua vita.
In qualche modo la bellezza esteriore contribuisce al benessere interiore quindi…
Si, conta molto per l’aspetto psicologico. Se ti vedi bene, se ti guardi allo specchio e vedi una cosa che ti piace, trasformi tutto te stessa in qualcosa di bello, sei più sicura di te, avverti una sensazione positiva e affronti le cose diversamente. Molte pazienti tendono a non uscire più di casa perché non si vedono più bene e non vogliono farsi vedere dagli altri.
Ho avuto modo di notare che sei a favore dei prodotti cosmeceutici. Per chi non lo sapesse, di cosa si tratta e quali sono i vantaggi che se ne ricavano?
Nel corso degli anni ho nutrito la passione per il cosmeceutico, piuttosto che per il cosmetico. Il cosmeceutico è un prodotto a metà tra un cosmetico e un farmaco, quindi ha degli effetti curativi. Ad esempio, nel corso degli anni, si è diffusa una leggenda intorno al fondotinta che farebbe male alla pelle e contribuirebbe alla fuoriuscita di brufoli. Non è assolutamente vero.
Un prodotto, prima di arrivare in profumeria o nelle nostre case, deve essere approvato da molte certificazioni europee. Alcuni prodotti oggi sono curativi. Invece di applicare la crema idratante o il siero antirughe e il fondotinta, oggi puoi più facilmente trovare dei fondotinta che contengono già il siero e che, quindi, non puoi classificare né come siero o prodotto idratante o anti età, né come fondotinta. È un mix di prodotti.
Come scegli i prodotti da utilizzare?
Quando lavoro per aziende specifiche devo rispettare le loro scelta, quindi sono limitato anche nella scelta dei prodotti. Quando lavoro freelance posso scegliere qualsiasi tipologia di prodotto. Esistono prodotti prettamente professionali, che trovi recandoti in appositi negozi.
Se devo, ad esempio, coprire un tatuaggio o una cicatrice non posso trovare il prodotto adatto in profumeria. D’altronde, la cliente privata non lo acquisterebbe non sapendo come usarlo. Di sicuro è importante avere una sfera di prodotti anallergici. Io ho fatto la scelta di allontanarmi dalla profumeria e prendere tutti prodotti di farmacia perché hai una garanzia di zero allergeni e, quindi, sei tranquillo quando hai a che fare con una vasta clientela, non rischiando effetti collaterali.
Quanto è importante, oggi, per un make up artist essere social?
Io sono molto social. Conta tantissimo, anzi, oggi se sei bravo ma non lo mostri perché non hai un canale social, non hai followers, un utente, una cliente, un’azienda, un’agenzia non può sapere che tu sei bravo. Spesso capita anche che la cliente ti chiami perché vede dei lavori pubblicati sui social, o perché magari legge sul profilo o su un forum che tu sei bravo in quella situazione e ti chiama per quello.
Ti è capitato che ti contattino senza conoscerti?
Sì, il 90% delle volte. Da un lato è bello, è positivo, perché vieni sponsorizzato dopo un po’ di tempo da varie aziende, da vari social che non curi tu. Oppure le persone iniziano a chiederti cose, le aziende iniziano a chiederti pareri su determinati settori. Anche rispetto alla moda delle wedding planner online, è importante essere influenti sui social perché le varie figure professionali da coinvolgere, come truccatori e fotografi, vengono selezionati in base ai clic. Se non hai clic non sei nessuno, se ne hai la cliente ti vede subito.
Cosa ne pensi della tendenza sempre più diffusa del trucco maschile?
Da qualche anno il comparto di cosmesi maschile è più fornito nelle profumerie. Hanno iniziato a creare dei prodotti di make up maschile. È stata realizzata, per esempio, una crema per il contorno occhi che, però, contiene anche un po’ di pigmento. I ragazzi oggi usano tantissimi prodotti ed è meglio per loro se possono unire l’efficacia di un prodotto anti età o idratante per il contorno occhi alla copertura di un’occhiaia. Io sono a favore di questa tendenza a patto che non sia eccessiva.
Non sono per gli eccessi in generale, ma soprattutto per il mondo maschile. Non si tratta assolutamente di una sorta di discriminazione. Ritengo, semplicemente, che i canoni di bellezza maschili siano differenti da quelli della bellezza femminile. Spesso, tantissimi miei colleghi non capiscono questa cosa e, quindi, ci ritroviamo ad esempio uomini con sopracciglia da donna.
La donna è fisicamente diversa dall’uomo; come dal collo in giù ha delle proporzioni differenti rispetto all’uomo così anche dal collo in su. La donna è bella con labbra grandi, sopracciglia alte, zigomo alto; l’uomo fino a un certo punto. Anche solamente sentendo i pareri delle ragazze, capiamo che l’uomo così curato, che va dall’estetista più di lei, non piace.
Puoi svelarci qualche nuova tendenza?
Siamo nel periodo estivo che è molto molto particolare perché non consente di utilizzare più di tanto prodotti più pesanti come il fondotinta maggiormente adatto all’inverno. Meglio optare per una BB-Cream, che corrisponde a un trattamento perché è un idratante, un anti età e ha un potere coprente molto basso. Oltre a ciò, la tendenza del momento riguarda le sopracciglia; sono più o meno due anni che il campo delle sopracciglia ha preso piede.
Oggi la donna vuole delle sopracciglia molto curate che però sembrino non curate. Diffusa è la tecnica del micro blanding, però, quello che non ci dicono su questo trucco semipermanente, è che con l’avanzare degli anni tende a cadere. Tutti noi siamo soggetti con il tempo a un rilassamento sia del tono muscolare che della pelle e, quindi, quello che fai oggi ti farà ritrovare un alone tra dieci anni. Inoltre, ogni decennio la forma delle sopracciglia cambia. Basti notare la differenza tra le sopracciglia alla moda negli anni ’90, iper sottili, altissime e ad ali di gabbiano, e quelle alla moda oggi, più folte e orizzontalizzate.
Quindi io non sono a favore di questi cambiamenti che poi ti vincolano negli anni. Consiglio, piuttosto, di fare dei trattamenti mensili come l’henné, che dura un mese e non vincola. Se dopo un mese si cambia idea o colore di capelli non si ha il problema di dover associare la sopracciglia tatuate al nuovo look; anche perché il mancato abbinamento risulta poi antiestetico.
Il make up che consigli a tutte coloro che non rinunceranno a un look impeccabile anche nei prossimi mesi caldi.
Attualmente la donna non vuole rinunciare al make up anche in spiaggia. Consiglio un trucco leggerissimo. Esistono prodotti studiati per il mare; stanno creando linee di make up resistenti al sudore e all’acqua, partendo dal semplice mascara per arrivare a prodotti più pesanti come fondotinta e correttori. Le tendenze attuali, al contrario di quello che tecnicamente è perfetto, sono a favore di un trucco glow, quindi di un trucco molto lucido, effetto bagnato.
Questo effetto particolarmente luminoso, però, dal mio punto di vista a un certo punto diventa effetto sudore, pelle non sana e non va bene. In un servizio fotografico questa tendenza non potrei ma usarla, in quanto genera una sorta di reazione alla luce, ad un flash, che non consente di gestire i giochi di luci e ombre.
Mi sembra di capire, insomma, che il tuo motto è “il giusto mezzo in tutto ciò che si fa”…
Sì, e soprattutto bisogna cercare un bilanciamento in quello che facciamo tra i nostri gusti, i gusti della persona che andiamo a truccare e quello che ci circonda. Ci sono clienti, sia nel privato che in un servizio fotografico, che ti dicono di volere, ad esempio, il rossetto rosso, ma se si tratta di una linea di costumi da bagno, il rossetto rosso, per quanto sia bello e di tendenza, non centra! In questi casi cerco di trovare punti di incontro, anche perché spesso la cliente vuole un consiglio, quindi ti dice la sua e poi si lascia trasportare.